mercoledì 22 aprile 2015

Onda anomala


Alzi la mano chi si era illuso che il Porto avesse qualche chance di passare il turno dopo il 3-1 dell'andata?

Forse qualcuno. Io, ad essere sincero. Un po' ci speravo, perché sarebbe cambiata la geografia delle regine d'Europa. Invece sono (più o meno) sempre le stesse. Pensavo che la vittoria portoghese avrebbe reso la partita di ritorno più equilibrata e aperta. Anzi ne ero quasi certo. Non è così assurdo pensare che dopo un 3-1 si è più vicini alla qualificazione, al netto dei valori delle due contendenti. Perché il Bayern è più forte e lo sapevamo, ma aveva bisogno di due gol di scarto, tre se avesse ne subito uno. Non un gioco da ragazzi.
Con queste premesse ecco che pesano realmente le assenze delle stelle Robben e Ribery. E Alaba, probabilmente il migliore nel suo ruolo, ma anche in quello di altri -perché Guardiola lo piazza un po' dove gli pare e l'austriaco rende sempre da top player.
Pesano le assenze, non perché i ricambi non siano all'altezza -Gotze, Bernat e Lewandowski (o Muller?) sono mostruosi- ma letta in chiave psicologica è differente. Devo segnare almeno due gol per qualificarmi, mi mancano gli esterni in attacco, mi manca il terzino che crea superiorità numerica in attacco e, con buona probabilità, questi portoghesi vengono qui in casa mia e fanno il fortino in metà campo. La certezza di passare non ce l'ho.

Il Porto davvero ha giocato schiacciato nella sua metà campo, in 20 metri quando l'azione bavarese era prolungata. Casemiro non lo si è mai visto allontanarsi più di 10 metri dalla sua area. La scelta di non contestare il possesso del Bayern nella sua metà campo è legittima, specialmente con due difensori rocciosi e pesanti, tipici centrali d'area di rigore, come Ivan Marcano e Maicon. Il problema è che i tedeschi fanno girare la palla alla perfezione, zero errori tecnici, alzano il ritmo a piacimento e spostano la difesa avversaria con grande velocità. Il Porto, per quanto asserragliato dietro, è stato in balìa degli avversari per 90', o quasi (fanno eccezione una manciata di minuti ad inizio ripresa e un'altra manciata intorno al 70°, quando ha trovato il gol).

Dopo il gol del vantaggio (13') firmato da Thiago Alacantara -il 2° in 2 partite- i padroni di casa avevano già vinto la  partita. Era palese. Questo è quel che mi ha colpito. Come può il Bayern giocare con così tanta scioltezza, determinazione e sicurezza nei propri mezzi a risultato non ancora acquisito? Dove sono quelle difficoltà psicologiche dovute all'assenza delle "stelle" in attacco?
La rosa lunga, la dedizione di ogni singolo giocatore, l'applicazione di un allenatore che tiene sempre "sul pezzo i suoi uomini come solo pochi colleghi sanno fare. Tutto questo fa della formazione bavarese una compagine apparentemente imperturbabile.
Di certo hanno aiutato gli episodi. Magari se non fosse arrivato il gol entro la prima mezz'ora, nella testa dei Neuer e compagni avrebbe potuto farsi largo l'incertezza, l'ansia. Invece è bastato un traversone lungo di Rafinha trasformatosi, per imprecisione, in un cambio di gioco; l'accelerazione di Bernat e il movimento centrale di Thiago per impattare di testa sovrastando quel colosso di Maicon che lo supera in altezza di 20-centimetri-20. Da qui in avanti il monologo del Bayern si è tradotto in un massacro calcistico che ha portato altri 4 gol in poco più di 25'. La preda è stata azzannata e divorata a tempo di record. Nella ripresa sono arrivati altri due gol: il 5-1 di Jackson e la punizione telecomandata di Xabi allo scadere per il tennistico 6-1 finale, ma sono stati i 45' meno indicativi di tutta la competizione. Fosse finita 8-0 o 6-3 non avrebbe fatto alcuna differenza. Il risultato dipende dalla volontà dei tedeschi di continuare a giocare dopo averne fatti 5 in un tempo.

"Il Porto è crollato troppo facilmente". Forse è vero. "Non ha opposto la minima resistenza dopo l'1-0". Non si discute. Ma i Dragoes, all'andata, hanno dimostrato di essere squadra vera. Non si fanno tre gol per caso al FCB. L'anomalia è nella squadra di Guardiola. L'impressione, guardando il primo tempo, è che agli ospiti sia andata bene, perché i padroni di casa hanno deciso di rallentare nella ripresa. Altrimenti sarebbero entrati nella storia della competizione come "formazione che ha subito più gol in una partita". Un po' come dire che non fa differenza se in campo ci va il Porto, il derelitto Parma o un'altra squadra di livello ancora inferiore, perché non c'è tattica o abilità difensiva che tenga.

In contemporanea, ieri sera, il Barcellona ha rifilato un secco 2-0 al PSG dopo l'1-3 dell'andata.
Chi considera il Barça una candidata alla vittoria finale ha ottime ragioni dalla sua. Ma il Bayern Monaco ha dato ha dato un golpe sobre la mesa, come dicono in Spagna. Un colpo sul tavolo, anzi sei, sulla tavola rotonda delle pretendenti alla coppa dalle grandi orecchie.

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