martedì 21 maggio 2013

La Roja



Difendere il titolo di campione in carica in un Mondiale non è cosa da poco  per la pressione, il rischio di un ricambio generazionale non all'altezza e tanti cambiamenti all'interno dei club che possono fare la differenza (Nel 2010 la detentrice è andata fuori ai gironi con appena due punti), aggiungiamo
la vittoria degli ultimi due Europei e ci rendiamo conto che tutta la Spagna,
Del Bosque in primis, ha un lavoro e delle decisioni da prendere non semplici ad un anno dal Mondiale in Brasile.
La Spagna quei titoli li ha vinti, stravinti, strameritati, e lo ha fatto mettendo in mostra la sua identità, le sue qualità. Un gioco basato per schemi e uomini su quello del Barcellona di Guardiola a cui si aggiungevano alcuni elementi del Real Madrid e poco altro.
Qualcosa però è cambiato: il Barça non è più nelle mani di Guardiola e i risultati non sono più quelli di due anni fa e un altro cambiamento, forse radicale forse no, è in vista in casa Barça. A questo va sommato che ovviamente la natura fa il suo corso e l'età di quei giocatori che erano capaci di fare possesso palla al limite del pensabile prima di andare in gol con estrema semplicità sta avanzando. 

Se la difesa può e deve rimanere intatta, con Casillas confermatissimo da Del Bosque, e Arbeloa unica nota dolente, ma inevitabile dato che l'unico papabile sostituto è Azpilicueta e non sembra dare maggiori garanzie, anzi...  . Piquè e Ramos, così come Jordi Alba possiamo ritenerli inamovibili.

Il centrocampo, invece, potrà vedere dei cambiamenti nonostante sia fuori dubbio che è proprio il reparto che ha trascinato la Roja ai suoi trionfi: quello che sembra più scontato è l'inserimento di Javi Martinez, che sta facendo di tutto per ripagare al Bayern la stima che gli è stata conferita, una stima da 40 milioni,  e con grande probabilità prenderà il posto di Sergio Busquets. La situazione si complica quando si parla dei due veri pilastri del centrocampo: Xabi Alonso e Xavi Hernandez ( 32 e 34 anni compiuti per l'inizio del Mondiale). Il basco, perseguitato dalla pubalgia, sta palesando difficoltà fisiche evidenti con la maglia del Real e con i ritmi di un mondiale (una partita ogni 3/4/5 giorni) rischia di andare in difficoltà. Xavi, dal canto suo,  non riesce più a giocare su quei ritmi e con quella precisione che lo rendevano poco umano al tempo del Barça di Pep. Entrambi, dunque, stanno perdendo colpi, ma le opzioni non mancano: si può abbassare a centrocampo Iniesta e inserire tra i titolari un esterno come Juan Mata, che al Chelsea la  maglia numero 10 se la sta meritando abbondantemente. Un'altra ipotesi ci sarebbe e risponde al nome di Santi Cazorla, anche lui in Premier con la maglia dell'Arsenal sta dimostrando di poter sopportare il peso di un squadra sulle spalle. Dunque Martinez-Iniesta-Santi, centrocampisti comunque "da sogno" che rende la voce "Altre ipotesi" quasi inutile, con i vari Isco, Beñat, Fabregas, Thiago e compagnia costretti alla panchina o a rimanere a casa, anche perchè la pressione di essere il successore o il sostituto di quei mostri sacri potrebbe mangiarli vivi nonostante a nessuno manchi il carattere o la qualità.

In attacco ci starebbe bene un bel punto interrogativo con il numero 9 stampato sulla schiena visto che all'ultimo europeo la Spagna ha giocato con Cesc "falso nueve" con ovvie difficoltà al seguito. Sicuramente è importante il graduale recupero di Torres, il quale però deve fare i conti con Mourinho che probabilmente lo spedirà al miglior offerente il prima possibile; altro dubbio è David Villa, messo sull'uscio dal Barcellona,  in attesa di una squadra che gli permetta di tornare El Guaje che tutti conosciamo ( L'Arsenal sarebbe la strada giusta). Anche in attacco c'è la voce "Altre ipotesi" ma stavolta è più utile alla causa, dal momento che comunque non si parla di eredità o di maglie che "pesano": Michu nello Swansea sta facendo faville, la tecnica non gli manca e neanche i grandi colpi, inoltre al Mondiale avrà 28 anni, dovrebbe avere solo qualche possibilità in più prima del 2014. Del Bosque però sembra più intenzionato, eventualmente a puntare su Negredo che sta trasformando il Siviglia in un Negredo-Team a suon di gol. Troppo poco spazio sembra avere invece Roberto Soldado, capitano e vero leader del suo Valencia, il quale si è fatto trovare pronto quando chiamato in causa: 4 gol e un assist in 6 presenze.
I due ex Real dovranno comunque vedersela con il mercato, e se almeno uno dei due dovesse avere più visibilità con la nuova squadra farà sicuramente parte della Selecciòn Roja che partirà per il Brasile.

Una stagione di studi, di scelte e di novità si apre a Del Bosque che dovrebbe inserire volti nuovi nella sua nazionale per non rischiare di incappare nella monotonia di un tiqui-taca senza sbocchi nè criterio.Per qualche esperimento ci sarebbe la Confederations Cup che non sarà sottovalutata, ma non è da escludere che possa essere un banco di prova per molti giocatori che hanno bisogno di collezionare presenze e fare esperienza con la Nazionale. In fondo si può "sacrificare" una Confederations in cambio di un altro titolo mondiale.

Staremo a vedere!


2 commenti:

  1. Analisi interessantissima. Comprendere fin da oggi come si evolverà l'epopea spagnola di qui al prossimo Mondiale è arduo. Certo, a giudicare dalle convocazioni per la Confederations spazio per le sperimentazioni non ce ne dovrebbe essere molto... Il gruppo oramai è quello, con pochi spiragli per eventuali inserimenti, penso a Thiago Alcantara e poco altro. Un atteggiamento vagamente "bearzottiano", quello di Del Bosque, ma del resto sono, in larga parte, elementi ancora giovani e in piena efficienza, e il crollo stagionale del Barcellona non deve allarmare più di tanto.
    Ma è anche normale che la fine del mito delle Furie Rosse sia vicino: non riesco a pensare che il filotto di trionfi possa continuare. Ci sono Nazionali che sono ormai vicinissime, come qualità di squadra e come rendimento (non come capacità di segnare un'epoca sul piano del gioco, quello è un altro discorso), a quella spagnola: penso alla poderosa Germania, alla bella Italia ammirata all'Europeo (che nella partita d'esordio, quando era in piena forma, fece vedere i sorci verdi alla Seleccion), a una Argentina potenzialmente in grado di far saltare il banco. La forza autentica della Spagna è nel mezzo, e se Xavi declina tutto può diventare più difficile: Iniesta è un grandissimo, ma ritrovandosi da solo potrebbe non bastare. Vedremo! Bel blog, se ti va passa a trovarmi sul mio, http://notedazzurro.blogspot.it, anche io mi occupo parecchio di calcio, ciao!

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    1. Grazie!
      E' vero ci sono nazionali con un potenziale altissimo, oltre a quelle che hai citato mi sento di poter aggiungere la Francia che ha almeno 10 giocatori nati dopo il '90 che già sono eccezionali.
      Passerò sul tuo blog senza alcun dubbio!

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