venerdì 14 novembre 2014

Zoom sulla Croazia prossimo avversario dell'Italia

Domenica sera, a San Siro, torna in campo la Nazionale Italiana. Molto è stato detto negli ultimi giorni, anch'io mi sono espresso su temi ormai divenuti caldi (in quest'articolo). In questa sede, però, desidero guardare nell'altra metà del campo, cambiando punto di vista, per analizzare l'avversario degli azzurri.

La Croazia. Una nazionale storicamente carica di talento ed inventiva, sempre ostica da affrontare, spesso ruvida e concreta, quasi mai fumosa. Negli ultimi incontri con l'Italia, per di più, la formazione balcanica ha uno score eccezionale. Andando a ritroso nel tempo ricordo l'1-1 nella seconda partita dell'Europeo 2012; una vittoria croata per 0-2 nell'era Donadoni e una seconda affermazione per 1-2 alla seconda giornata  del Mondiale nippo-coreano del 2002.

Ovviamente la delicatezza della sfida di Milano è massima: considerati i due posti a disposizione per Euro2016, ottenere 12 punti nelle prime 4 giornate equivale ad un bel passo verso la qualificazione.
La stessa Croazia guida il gruppo con 9 punti (come l'Italia); porta imbattuta e 9 reti all'attivo. Avere anche un minimo vantaggio negli scontri diretti non sarebbe male.

Per oggi basta sciorinare dati e iniziamo a vedere chi, e in che modo sta facendo della Croazia una formazione temibile.
Il tecnico Kovac, dopo un anonimo Mondiale brasiliano, concluso già dopo 3 partite senza colpo ferire, ha mantenuto stabile lo "zoccolo duro" della squadra facendo leva sulla straordinaria qualità del centrocampo. Nelle ultime uscite la Croazia ha cambiato più volte sistema di gioco, ma ha sempre schierato un centrocampo di palleggiatori con caratteristiche prevalentemente di impostazione. Gli unici due inamovibili, inevitabilmente, sono Modric e Rakitic. Quest'ultimo spesso viene utilizzato come interno o come volante davanti alla difesa, quindi sempre una decina di metri più basso rispetto alla sua posizione ideale. Al loro fianco si sono alternati l'interista Kovacic, sballottolato qui e lì tra fascia, trequarti e mezz'ala senza quasi mai risultare realmente decisivo. Ancora meno si è visto il talentino del Barcellona B Alen Halilovic. Il tempo per maturare c'è tutto, non bisogna forzarlo, ma per ora non riesce a guidare la manovra come il suo talento suggerisce.
Più facile vedere Brozovic schierato come "10" tattico (per dare più spazio anche a Modric e Rakitic) o come mezz'ala. Imprescindibile, in una partita importante, Ivan Perisic: l'esterno del Wolsfburg non a caso è uno degli oggetti del desiderio di mercato per molti club.
Ad ogni modo, una formazione che ruota attorno a Modric e Rakitic e alla loro abilità di essere pericolosi anche occupando vaste aree del campo, avrebbe bisogno di un mediano ruvido, un mediano da "compitino" che offra protezione alla difesa e faccia il minimo indispensabile quando si tratta di dare il "via" all'azione. L'unico che potrebbe ricoprire questa posizione, dopo il ritiro dalla nazionale di Vukojevic (perfetto ad Euro2012), è Badelj, ma nei primi mesi alla Fiorentina è per lo più un ectoplasma, motivo per cui sta perdendo il posto in nazionale.


Mario Mandzukic,
il pericolo n°1 per la difesa italiana
Mario Mandzukic rimane il principale riferimento offensivo. Con la sua presenza e la mole di gioco prodotta può essere un fattore decisivo per questa formazione. Talvolta può far fatica a gestire il reparto contro un avversario chiuso negli ultimi 30 metri: se la priorità è muovere la difesa, il "9" dell'Atletico Madrid, non è proprio il più indicato. Per questo è possibile che al suo fianco giochi uno tra Olic (l'ex Bayern può disimpegnarsi come esterno di centrocampo in fase difensiva) o l'astro nascente Kramaric.


Con un 4-3-3 (modulo migliore per sfruttare i perni di centrocampo) l'attaccante dei Colchoneros sarebbe l'unico riferimento centrale ma, con Olic e Perisic da esterni, la formazione avrebbe sicuramente molta copertura negli ultimi 40 metri; inoltre lo stesso Olic potrebbe rimanere più alto, al fianco della punta, in caso di necessità.

La difesa è il reparto che varia meno. La linea Pranjic-Lovren-Corluka-Srna è abbondantemente collaudata, garantisce solidità e qualità in fase di impostazione. Milic o, in alternativa, il terzino del Sassuolo,Vrsaljko, potrebbe prendere il posto di Pranjic nel ruolo di terzino sinistro, ma l'esterno del Panathinaikos è sicuramente il più affidabile nel complesso.
In due delle tre partite del gruppo, però, Lovren è rimasto a casa per motivi fisici, Vida, il centrale della Dinamo Kiev, ha preso il suo posto davanti al portiere del Monaco Subasic.

Sarà sicuramente una partita difficile per l'Italia, i croati non si arrenderanno prima del 90°, sono in ottima forma e rischiano di avere anche il pallino del gioco in mano se De Rossi e colleghi non avranno il giusto impatto sulla gara.



2 commenti:

  1. Per l'Italia c'è la situazione inedita di affrontare quasi "da sfavorita" questa partita, e non è detto che sia un male. La Croazia è sicuramente una compagine valida, ma ha già dimostrato in passato di essere battibilissima, si veda ciò che è successo in Brasile. L'errore più grosso sarebbe affrontarla con addosso paure e incertezze derivanti dai nostri recenti insuccessi mondiali: occorre lo spirito messo in mostra nelle prime uscite con Olanda e Norvegia. Mi preoccupa molto la difesa, questo sì, già non affidabilissima a pieno organico e stasera in emergenza assoluta. Avrei visto bene De Rossi a comandare dietro, con un rimescolamento a centrocampo, dove invece le alternative non mancano. E' una gara delicata: perderla significherebbe rimettere in discussione le poche certezze riconquistate in questa primissima fase della gestione Conte.

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  2. Sì, anch'io penso che perderla rimetterebbe molto in discussione, soprattutto dopo la partita con Malta. Il calo registrato nella sfida più semplice (rispetto alle prime due uscite), comunque lo si voglia vedere, indica un abbassamento del rendimento e perdere oggi sarebbe psicologicamente devastante.
    Su De Rossi in difesa devo dire che anch'io lo vedrei bene nei 3 però contro un centrocampo come quello croato la sua presenza in mediana rischia di essere vitale.

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