giovedì 19 febbraio 2015

Il Real può sorridere, rischia grosso il Porto



Non è stata una di quelle serate di Champions League in cui lo spettatore si incolla allo schermo o salta dal divano incapace di contenere le emozioni. Un po' come accaduto per le partite di martedì c'era una netta differenza nelle attese delle due sfide.

Da un lato si profilava uno Schalke - Real Madrid già segnato e dall'esito scontato. Ancora troppo recente e vivido il sonoro 1-6 di 12 mesi fa. Impossibile non esserne condizionati. Dall'altro lato l'accoppiamento Basilea - Porto avrà fatto storcere il naso a qualcuno, pensando alla sfida con meno appeal del quadro degli ottavi. La formazione portoghese può contare su una rosa decisamente più qualitativa e di maggior esperienza, ma gli svizzeri hanno saputo farsi strada in un girone con due colossi storici del calcio europeo del calibro di Real Madrid e Liverpool. Guai a sottovalutarli.

La sfida della Veltins Arena ci ha regalato l'unico successo di queste prime quattro partite. Lo 0-2 può far dormire sonni tranquilli ad Ancelotti in vista del ritorno. Un po' meno rassicurante la condizione mostrata dai suoi uomini. Nonostante abbiano registrato un certo miglioramento rispetto alle ultime uscite, i Blancos, appaiono ancora fortemente affaticati, quasi logorati da una stagione  iniziata a metà agosto che non ha dato un attimo di respiro.
Il risultato finale è frutto soprattutto della grande differenza tecnica che intercorre fra le due formazioni. Così come accaduto sabato contro il Depor, il Madrid non ha mai spinto realmente sull'acceleratore, più che altro perché fisicamente incapace di farlo, ma gli avversari difficilmente hanno dimostrato di credere nella possibilità di portare a casa il successo. Possibilità che sono concrete, non utopia o illusione. Ne sono una testimonianza le occasioni da gol create senza troppe complicazioni dagli avversari dei Galacticos (Depor o Schalke che sia).
Comprensibilmente una squadra come il Real Madrid può annichilire psicologicamente avversariodi minor spessore, ed è lì che affonda il colpo in questa fase di appannamento.
Lo Schalke di Di Matteo difendeva con l'ormai caratteristico 3-5-2 ma l'atteggiamento troppo prudente dei centrocampisti ha isolato in avanti Choupo-Moting e Huntelaar (uscito per Platte a metà primo tempo). Non è un caso che le occasioni più pericolose siano capitate sui piedi di Aogo e Uchida: i due esterni potevano essere una mossa vincente, ma hanno giocato quasi sempre sulla linea dei difensori per coprire su Ronaldo e Bale. Nelle brevi fasi di possesso, invece, hanno avuto l'occasione di avanzare indisturbati. Nel primo tempo Aogo si è sganciato dalla difesa in un paio di occasioni al massimo; in una di queste è arrivato a calciare con spazio dal limite dell'area dopo un lungo traversone; allo stesso modo il terzino giapponese, nella ripresa, ha approfittato di un cambio di campo per farsi trovare libero sul fronte opposto facendo tremare i tifosi spagnoli.
Se solo avessero avuto il coraggio e l'incoscienza di attaccare con più continuità forse ora parleremmo di un altro risultato.

A scombinare le carte in tavola subentra, come di consueto,  l'esperienza e la fame di vittorie di un giocatore come Cristiano Ronaldo, capace di segnare in partite importanti anche mentre sta confezionando una delle più brutte prestazioni in maglia bianca. A questo va aggiunto il valore tecnico di ogni singolo giocatore Merengue: Carvajal nel primo tempo si è dimostrato autonomo e maturo sulla corsia di destra, in grado cioè di giocare anche senza l'appoggio di un esterno (Bale spesso si sposta per cercare la posizione più pericolosa), al punto da creare un cross con il sinistro per l'inzuccata vincente di CR7 da un'azione senza inerzia ne sbocchi apparenti.
Dall'altro lato Marcelo ha fatto il solco sulla corsia mancina per tutta la partita così, nella ripresa, è stato premiato dalla Dea Bendata con il siluro partito dallo scarpino destro (DESTRO!) e infilatosi sotto l'incrocio dei pali per lo 0-2 finale.

Anche al piccolo trotto il Real Madrid ha trovato un risultato soddisfacente e rassicurante per il ritorno. Lo Schalke 04, dal canto suo, deve prendersela con se stesso per non aver avuto il coraggio di osare nella partita in cui il pubblico avrebbe potuto dare una mano decisiva. Se questo è l'atteggiamento mostrato in casa è difficile pensare di vedere uno Schalke arrembante e spregiudicato al Bernabeu.


Nell'altra partita della serata il Basilea si è fatto raggiungere sull'1-1 solo a 12' dal termine, dal rigore realizzato dal brasiliano Danilo. Gli svizzeri erano passati in vantaggio ad inizio match dopo un'azione prolungata a metà campo illuminata dalla traccia di Frei che pesca Derlis Gonzalez, già alle spalle di Alex Sandro nel movimento verso la porta, abilissimo nel controllare la sfera prima di battere Fabiano in estirada. Il Porto ha imposto il suo gioco alla distanza, crescendo per intensità e pericolosità nella ripresa. Quando Danilo conquista il rigore per fallo di mano dell'ex Inter Samuel, il gol era già nell'aria. Pochi minuti prima, infatti, la formazione portoghese aveva trovato il gol del pari, poi giustamente annullato dal terzetto di giudici di gara arbitro-guardalinee-giudice di porta al termine di una lunga consultazione: sul colpo di testa di Casemiro Ivan Marcano è affiancato al portiere svizzero, impedendogli di allungarsi verso il pallone.


Quando Casemiro (area piccola) calcia ci sono ben 2 giocatori del Porto in offside

L'1-1 lascia la porta aperta a qualsiasi esito per il passaggio del turno. Il Porto ha sicuramente qualcosa in più in termini di valori tecnici e di esperienza; inoltre questo risultato permette di passare il turno anche con uno 0-0. Il Basilea intravede l'eliminazione, fare risultato al Dragao sembra una chimera.

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