sabato 3 agosto 2013

La carica del Toro

Con l'inizio della nuova stagione il Torino vuole dimostrare tutto il suo valore e  puntare realmente in alto.
Si dice che questo sia l'anno decisivo e che piazzarsi nella prima metà della classifica sia un obiettivo da raggiungere.

Per ottenere risultati di questo livello gli uomini di Giampiero Ventura sono chiamati ad un lavoro, un impegno ed uno sforzo - soprattutto psicologico - sicuramente superiori agli anni precedenti.
Questa stagione può rappresentare un passo in avanti e le possibilità ci sono perché ci sono delle certezze: la rosa si può ritenere quasi completa (manca ancora qualcosa, soprattutto in caso di partenza di elementi importanti, D'Ambrosio in primis), il gruppo è compatto e l'ambiente sembra promettere un supporto straordinario nei momenti chiave della stagione.

Se le certezze sono il punto di partenza e la base della nostra osservazione, non possiamo trascurare i dubbi che nascono tra un campionato e l'altro.
Il mercato promette bene, anche se i risultati si vedranno a fine stagione.
Cerci e Ogbonna erano i due nodi principali e sono stati sciolti nel miglior modo possibile: il difensore della Nazionale è passato ai cugini bianconeri per un cifra vicina ai 15 milioni e, nonostante un difensore di quel calibro non sia rimpiazzabile con uno di pari livello, la difesa rimane abbastanza coperta dopo gli acquisti di Bovo, Maksimovic e Moretti, che si aggiungono ad una coppia più che rodata, quale Glik-Rodriguez.
L'esterno è stato riscattato, e questo è un grande segnale dato dalla dirigenza, soprattutto se consideriamo l'esborso di Cairo (circa 4,5 milioni) in relazione alle capacità del giocatore. Anche questa stagione sarà lui il fulcro della manovra offensiva di questa squadra.

La rosa è cambiata molto, e bisogna valutare se i nuovi arrivi sono all'altezza di chi non è più a disposizione del tecnico: Gillet è stato squalificato e Padelli potrebbe non essere in grado di rimpiazzare il suo predecessore, per questo ci sarebbe bisogno di cercare ancora tra i disponibili.
La legge ha colpito anche Gazzi e Barreto.
A centrocampo sono arrivati Farnerud e Bellomo per a sostituire l'ex Bari e Siena, anche se nessuno dei due sembra poter dare (almeno dalle prime battute del campionato) l'apporto che darebbe uno dei fedelissimi di Ventura.
L'attacco sembra il reparto che dà più certezze, anche se la partenza di una bandiera come Rolando Bianchi potrebbe essere digerita con grandi difficoltà da tutto l'ambiente granata. Oltre al già citato riscatto di Cerci sono arrivati gli acquisti di Larrondo, El Kaddouri (in prestito dal Napoli) e, soprattutto, Ciro Immobile. Già in grande spolvero nel precampionato. Desideroso di dimostrare le grandi doti che molti gli attribuiscono già da tempo, un po' come se avesse un destino segnato. La strada battuta che ha bisogno solo di essere percorsa.

Nonostante il ricambio di uomini nella rosa Ventura dovrà cercare di migliorare la squadra perfezionando nei particolari il gioco, ma assecondando l'identità che già lo caratterizza.
Nelle ultime partite della scorsa stagione e in queste settimane lo stesso Ventura sta provando a trasformare il suo rodato 4-2-4 in un 3-5-2 più coperto che prevede un Cerci più accentrato e vicino alla porta. Questo forse sarà lo schema che vedremo maggiormente nei prossimi mesi in casa Toro.
Sicuramente i nuovi arrivi si adatterebbero al meglio: Moretti nei tre dietro (sulla sinistra) e i vari Farnerud, Bellomo ed El Kaddouri come interni nel quintetto mediano (l'ex Napoli difficilmente si può adattare nel 4-2-4 secondo me).
Bisogna vedere come risponderà la squadra ad un cambiamento radicale nell'aspetto tattico. Cambiamento che costringerà l'allenatore a cambiare qualcosa anche tra le sue personalissime certezze.

Le partite del precampionato non confermano quanto di buono si può dire sui granata.
In particolare lo scialbo 0-0 contro il Lecco: quello sì che è un segnale preoccupante.
Altre vittorie sono arrivate, come di routine in questo periodo per tutte le squadre di Serie A, ma non contano, non ci permettono di tirare le somme sul lavoro svolto da Ventura e dai suoi uomini.
Forse questo Toro ancora non è ancora pronto per far parte delle grandi. Anzi. Quasi sicuramente non lo è. Ma sta prendendo la rincorsa, e se il Toro carica bisogna correre.











2 commenti:

  1. Premesso che ora come ora fare pronostici attendibili è pressoché impossibile, col mercato ancora aperto e i meccanismi di squadra da oliare, personalmente non mi pare proprio un Toro da parte sinistra della classifica. Lo vedo indebolito in difesa e nel mezzo (Padelli non vale Gillet, Moretti centrale è un ripiego, come ha dimostrato al Genoa, ed è comunque un calciatore in declino, anche se io l'avrei tenuto in rossoblù come buona riserva), mentre effettivamente l'attacco potrebbe risultare fra i più stuzzicanti della categoria, soprattutto grazie a un Cerci in piena corsa per un posto a Brasile 2014. Immobile è invece un'incognita: da capire se l'esperienza genovese sia stata solo una brutta parentesi o se invece si sia effettivamente davanti a una pericolosa involuzione. Io spero di no e credo molto nel ragazzo, ma è chiaro che questa per lui sarà la stagione decisiva.

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  2. E' vero il Torino in questo momento non è nelle prime 10!
    Chiaramente oltre alle grandi (allargando il campo) troviamo il Catania, l'Udinese, lo stesso Genoa e secondo me anche il Parma (che secondo me è una squadra che potrebbe arrivare ottava come quindicesima) davanti ai granata. Poi le varie Samp, Cagliari, Bologna, Atalanta e Chievo, insieme al Toro costituiscono la fascia bassa della classifica, ma secondo me le condizioni per fare bene non mancano.

    Io sono un dichiarato sostenitore di Immobile perché quando gioca in maglia azzurra fa sempre il suo dovere, e Cerci può realmente spaccare le partite negli scontri diretti, ma anche lui in parte rimane un'incognita.

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