venerdì 6 settembre 2013

La mano del mister

Quando un club cambia allenatore si dice che abbia inizio un nuovo corso. E quando questo accade la società dovrebbe sostenere le idee e le richieste del tecnico per permettere al progetto di prendere corpo.

Generalmente per vedere risultati importanti ci vuole un po' di tempo. Ma talvolta, come sappiamo, la mano dell'artista si nota ancor prima che l'opera sia ultimata.

Al termine della passata stagione l'Inter ha scelto di affidarsi alle sagge mani di Walter Mazzarri per risollevarsi dopo un paio di campionati non esattamente brillanti.
Il tecnico di San Vincenzo, da parte sua, è andato via da Napoli, per approdare sulla panchina nerazzurra, dicendo: <<Ho capito che il mio ciclo qui è finito. Vado a Milano cercando di ripetere quanto di buono ho fatto a Napoli in questi anni!>>.

La pre-season non è stata esaltante sotto il profilo dei risultati e l'Inter è arrivata alle porte del campionato portando con sé i dubbi e le perplessità del popolo nerazzurro. Sensazioni ampiamente ingigantite al termine di una sessione di mercato vissuta all'ombra del magnate indonesiano Thohir, che faceva presagire ad un cambiamento ai piani alti della società (probabilmente l'ufficialità arriverà solo nei prossimi giorni, quindi a mercato chiuso).



Dopo le prime due partite di campionato la squadra di Mazzarri ha decisamente sorpreso. Due vittorie. Sei punti. Cinque reti segnate. Zero subite. Ma ha stupito soprattutto la capacità dell'allenatore nel far metabolizzare schemi e movimenti ad una squadra affidatagli meno di due mesi prima.
La mano di Mazzarri in questa Inter c'è e si vede.

La si vede nei numeri. Sarà felice di quest'inizio il portiere sloveno Samir Handanovic: la scorsa stagione, nonostante miracoli e prodezze tra i pali, ha subito, di media, un gol e mezzo per partita. Uno score che non può definirsi esaltante. Ma forse neanche accettabile, non se sei il portiere dell'Inter.

La si vede nel gioco, molto simile a quello che il tecnico ha messo in mostra ai tempi della Sampdoria.
Due gol di Nagatomo (non proprio uno che si fa chiamare bomber) in 180' portano la firma dell'allenatore. Così come la portano i redivivi Jonathan e Alvarez: difficilmente li vedevamo così decisivi nelle stagioni passate.

Un'Inter così incisiva in attacco e altrettanto capace di chiudersi con grande efficacia in difesa non la si vedeva da tempo. Non vorrei fare il nome di Mourinho, dell'annata 2010 e di "quell'Inter". Quella ha fatto la storia. Questa ha vinto due partite in campionato, e per di più ad agosto. Per quello che può valere il calcio d'agosto... 






Nessun commento:

Posta un commento