mercoledì 17 settembre 2014

Riparte la Champions League, riparte lo spettacolo


Torna la competizione per club più affascinante del mondo. Lo spettacolo della Champions League ha un sapore unico ed inimitabile, è per questo che i palati più raffinati aspettano solo le dolci note delle notti europee prima di mettersi comodi. L'attesa durava dal 24 maggio scorso, da quella sfida tutta madrilena che ha portato la Decima in casa del Real Madrid.

Proprio i campioni in carica hanno dato sfoggio di tutta la loro potenza offensiva in questa sfida d'esordio, devastando con un sonoro 5-1 gli svizzeri del Basilea e mettendo a tacere, almeno per qualche giorno, le critiche feroci che incombono dopo la sconfitta nel derby di sabato. Ancelotti non sembra aver trovato ancora la giusta ricetta per far convivere James Rodriguez e Kroos con gli altri, ma gli uomini di Paulo Sousa nulla hanno potuto di fronte allo strapotere tecnico dell'attacco merengue.
Nello stesso girone il Liverpool, unico vero candidato a contendere il primato nel girone ai blancos, ha strappato la vittoria al più modesto Ludogorets solo nel finale, nel tanto atteso ritorno in questa competizione. Ad aprire le marcature ci ha pensato il nostro Mario Balotelli (non l'unico "azzurro" protagonista della serata) a meno di dieci minuti dal termine, ma Dani Abalo ha provato a vanificare tutto al 91'. Il supereroe in maglia rossa, però, non si chiama SuperMario: è Steven Gerrard. Il capitano dei  Reds ha immancabilmente dato la sua sentenza dal dischetto, proprio sotto la Kop, poco prima del triplice fischio.

La partita più attesa, quella dal valore complessivo più elevato, era Borussia Dortmund - Arsenal.
Anche qui c'è un segno di azzurro. Risultato sbloccato da Ciro Immobile, al primo gol di questo peso, dopo una gran sgroppata partita da metà campo, poco prima dell'intervallo. Al rientro dagli spogliatoi è stato Aubameyang ha siglare il raddoppio e chiudere i giochi. L'anno scorso gialloneri e Gunners erano nello stesso girone, con i tedeschi che chiusero in vetta e l'Arsenal che pagò il secondo posto uscendo agli ottavi per mano del Bayern.

La prima italiana in campo, la Juventus, ha vinto all'esordio contro gli svedesi del Malmo. Compagine sicuramente alla portata dei bianconeri, capace però di creare qualche grattacapo con un catenaccio dalle sfumature tutte italiane. Il 2-0 finale è comunque il risultato più giusto al netto dei valori in campo, ed è incoraggiante per il nostro calcio.
A far compagnia alla Juventus ci sono Olympiacos e Atletico Madrid. Gli uomini di Simeone, spremuti dopo le fatiche del derby di sabato non hanno offerto la solita prestazione tutta solidità e concretezza. Sempre in svantaggio contro i greci (che ad Atene sono più che temibili), non sono mai riusciti a raddrizzare la partita. Tre a due è un risultato atipico per i Colchoneros del Cholo, sintomo che qualcosa non è andato per il verso giusto.

Importante vittoria esterna per lo Zenit di Villas Boas, corsaro a Lisbona, seppur in superiorità numerica per ben più di un'ora dopo l'espulsione di Artur.
Si appaia a quota tre anche uno smantellato Monaco, che ha in Moutinho e pochi altri senatori l'esperienza a questi livelli (squadra zeppa di giovani interessanti, ma con poche presenze alle spalle). E' proprio il nazionale portoghese a dare ai monegaschi i primi tre punti al ritorno in Champions League.
Cesare Prandelli, invece, ha rischiato il tonfo casalingo contro l'Anderlecht: salvato da Burak Yilmaz solo nel recupero. Se vuole avere qualche speranza di soffiare la qualificazione ad una tra Borussia ed Arsenal l'ex CT dovrà sudare sette camicie, e potrebbe non bastare.

2 commenti:

  1. E' ancora prestissimo per tracciare un quadro esaustivo, tuttavia sono contento per il buon impatto internazionale dei nostri due giovani virgulti emigrati, soprattutto per Ciro che aveva avuto qualche imbarazzo iniziale in Bundesliga. Prandelli non credo possa fare molta strada, Juve da rivedere, anche se forse, l'anno scorso, una partita europea come quella di ieri avrebbe rischiato di non vincerla.

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  2. La Juve migliora sotto il profilo della personalità, con attributi che non derivano dall'allenatore o da altre fonti, solo dall'esperienza di certi giocatori e dalla consapevolezza che ormai fare bene in champions è l'unica strada, il campionato da sempre meno motivazioni.
    Aspettiamo la Roma che è in un girone proibitivo, secondo me finiranno in Europa League, e a quel punto conviene puntare direttamente la coppa. Non sarebbe male.

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